In età infantile, la vasca da bagno rappresenta per il bambino un ottimo punto di partenza, prima di imparare a nuotare in piscina o al mare.
In vasca è possibile sperimentare gli elementi di base che sono necessari per poter interagire con questo elemento; inoltre si può anche dare avvio ad una reazione di stimoli che sono utili per integrare lo sviluppo della propriocettività (vedi anche questo articolo http://nuotobaby.it/acqua-e-propriocettivita/).
L’ambiente acquatico rappresenta una vera e propria palestra di apprendimento, dove tutto viene facilitato da aspetti giocosi e di benessere e dalla presenza del Genitore.
IN VASCA COME TRA LE BRACCIA DELLA MAMMA
L’adattamento e la conoscenza profonda del “contenitore” acquatico già i primi giorni, in vasca da bagno, contribuisce ad accelerare tutti i processi senso percettivi e il bambino diventa più reattivo, dimostrando anche un maggiore entusiasmo durante le fasi di gioco.
L’acqua lo culla e lo rilassa, facendolo sentire come quando, prima di nascere, era immerso nel liquido amniotico. In vasca da bagno si sente contenuto, avvolto e protetto come fosse vicino al cuore di sua madre.
A mano a mano che cresce, si allargano sempre di più i confini del suo campo di azione.
Il piccolo amplia i suoi orizzonti spaziali passando, per gradi, dalle braccia dei Genitori al passeggino, dalla culletta ad un lettino un po’ più grande, dal gioco nel box pieno di giocattoli (non sempre accettato dagli psicomotricisti) ad una coperta a terra, che confina e limita il suo campo di gioco e così via…
Variando gli spazi e gli ambienti è importante continuare comunque a stimolare tutti i sensi del bambino, oltre che impegnarsi ad assecondare ed incentivare le sue prime abilità motorie ( interessante approfindimento in questo articolo http://www.passionemamma.it/2014/10/0-3-mesi-primi-giochi-bambino/)
In vasca da bagno ampliare lo sviluppo del bambino è ancora più facile che al mare, soprattutto perché non ci sono le onde e si può controllare la temperatura dell’acqua, a proprio piacimento.
MEGLIO ACCOMPAGNATI CHE DA SOLI
Quando in acqua c’è anche un Genitore tutto risulta più efficace e il bambino impara straordinariamente tutto ciò che gli viene insegnato.
Lo “spazio acqua” della vasca da bagno, della piscina o del mare, deve essere proposto sempre con gradualità, che si tratti tanto dell’ambientamento di un neonato, quanto di quello di un bambino di due o tre anni di vita.
Questo significa che bisogna proporre l’adattamento tenendo conto non tanto dell’età, quanto piuttosto del grado di socializzazione che il bambino presenta nei confronti dell’acqua.
Anche a due o tre anni, il primo approccio al nuoto deve cominciare nella vasca di casa, dove lo spazio è circoscritto e familiare.
E’ proprio durante il bagnetto che si potrà iniziare a spiegare al bambino come soffiare sott’acqua, come trattenere il respiro quando la mamma risciacqua la testa con la doccetta estensibile, come si deve stare sdraiati in posizione supina, senza affondare troppo la pancia… e molto altro ancora.
Tutto questo avverrà più velocemente se si sapranno utilizzare i giusti canali di comunicazione, soprattutto il dialogo tonico e il baby talking (approfondisci qui –> http://nuotobaby.it/baby-talking-il-linguaggio-a-misura-di-bebe/ )
Quando il bambino si dimostrerà sicuro nella vasca di casa, sarà più semplice anche insegnargli a nuotare nel mare.
Potrei vivere nel guscio di una noce
e sentirmi re dello spazio infinito
(William Shakespeare)
La gioia e la sicurezza che derivano dall’allenamento delle abilità, le quali hanno condotto il bambino all’acquisizione di vere e proprie competenze acquatiche, saprà rendere fluido tutto il futuro processo di apprendimento di azioni motorie più complesse.
Inoltre, il passaggio ad un ambiente acquatico più ampio, non comporterà alcuna difficoltà e, a questo punto, l’adattamento nell’acqua del mare risulterà veloce e semplificato.
La sensazione di benessere e di libertà che il bambino saprà trarne sarà immensa, ma solo se tutto è avvenuto dolcemente e per gradi…