Nuoto neonatale : il galleggiamento sul dorso

Nel nuoto neonatale il galleggiamento sul dorso è una fase del Metodo Giletto, la quale si presenta piuttosto complessa, dal momento che non tutti i bambini amano particolarmente galleggiare in posizione supina nell’acqua. 

Questa è precisamente la quarta fase del Metodo Giletto e affronta le varie tipologie di galleggiamento che il bambino deve sperimentare, prima di diventare autonomo nell’acqua. Il galleggiamento dorsale, viene interiorizzato dal bambino inizialmente attraverso il dialogo corporeo con il Genitore ( LINK INTERNO Nuoto Baby e Metodo Giletto) .

Naturalmente, prima del raggiungimento di questo stadio, è indispensabile che il lattante abbia consolidato le quattro fasi antecedenti, essendo la metodologia sinottica e consequenziale.

GALLEGGIANDO A PANCIA IN SU’…

Nel nuoto neonatale il galleggiamento sul dorso rappresenta una conquista straordinaria di autonomia e di padronanza di Sé.

Per capire come si deve posizionare nell’acqua, per riuscire a galleggiare con la pancia in sù, il bambino si affida alla sua percezione sensoriale, permettendo al Genitore o all’Istruttore di iniziare la stimolazione di tutti i suoi riflessi.

Il galleggiamento, viene definito dal principio di Archimede, nel quale si afferma che «ogni corpo immerso parzialmente o completamente in un fluido (liquido o gas) riceve una spinta verticale dal basso verso l’alto, uguale per intensità al peso del volume del fluido spostato» https://it.wikipedia.org/wiki/Principio_di_Archimede

Ma il corpo, per galleggiare nell’acqua, deve anche essere completamente rilassato e il bambino, solitamente, non lo capisce subito! Ci vuole molta pazienza e con l’utilizzo del Metodo Giletto, un po’ alla volta, si raggiunge l’interiorizzazione anche di questa fase.

SBAGLIANDO SI IMPARA

Per riuscire a galleggiare sul dorso, il neonato tende, inizialmente, a rotolare sul proprio asse corporeo, a chiudere l’angolo tra il bacino e le gambe, tende a sollevare gli arti inferiori e a capovolgersi, esasperando i gesti motori, prima di trovare il giusto equilibrio e le giuste posture. 

E così, un po’ alla volta, sperimentando posizioni scorrette, imparano ciò che non si deve fare, fino a quando, con l’aiuto del Metodo Giletto, interiorizzano il giusto assetto per galleggiare sul dorso.

La madre, comunicando con il bambino attraverso l’ondeggiare e il fluttuare del suo corpo nell’acqua, gli infonde fiducia e sicurezza, ricevendo dal bimbo conseguenti risposte positive, che producono il consolidamento degli apprendimenti proposti.

Ogni movimento in acqua, corpo a corpo con la mamma ed ogni percezione motoria, che viene comunicata anche tramite variazioni del respiro, diviene per il bambino fonte di progressione didattica. 

E così, inspirando ed espirando con il bambino posto in posizione supina, sul ventre della madre, si inizia ad applicare il Metodo Giletto, che sa insegnare al bambino a galleggiare sul dorso, ponendolo ad un passo dall’autonomia natatoria.

Con la percezione del galleggiamento il piccolo diviene assolutamente cosciente che in acqua potrà essere autonomo ancor prima che in ambiente aereo.

Stabilita la comunicazione corporea a due, seguendo le indicazioni del Metodo Giletto, di esercizio in esercizio, il bambino imparerà presto.

Esercizi propedeutici: 

 

  • Sdraiare il bambino sull’addome della madre, posta in posizione supina

 

  • L’operatore sostiene entrambi, una mano sotto la nuca della mamma e l’altra sotto la schiena, nella zona lombare ed indietreggiando con movimenti oscillatori.

 

  • Cullare la diade madre/bambino, assecondando la spinta di Archimede, dal basso verso l’alto, per far percepire al piccolo le variazioni di pressione

 

Il passaggio successivo per l’apprendimento del galleggiamento dorsale sarà quello di modificare la respirazione della madre.

A lei verrà chiesto di trattenere il respiro per qualche secondo e di espirare più tardi in 3-4 tempi.

Questo consentirà al bambino di verificare, per un attimo, la mancanza di un appoggio sicuro nell’acqua, che andrà immediatamente a ritrovare, non appena la madre effettuerà una nuova inspirazione.

Il distacco graduale ed appena percepito non sarà per nulla traumatico e quell’offrire e togliere il corpo come punto di appoggio, verrà stabilito dalla stessa mamma, la quale potrà valutare autonomamente i tempi e i ritmi da seguire, nel rispetto di quelli del suo bambino.

Quando il piccolo inizia a rilassarsi nell’esecuzione di questo esercizio, è il momento di intervenire direttamente su di lui, sostenendolo dietro la nuca e sotto la schiena, nella zona lombare. Egli inizierà così ad interiorizzare la percezione del galleggiamento dorsale, pur potendo ancora contare su un appoggio sicuro da parte delle mani dell’Istruttore.

 

IN BILICO NELL’ACQUA

La straordinaria efficacia del metodo Giletto rende possibile il raggiungimento delle giuste posizioni che si possono ottenere, con i neonati, stimolando la percezione visiva, uditiva e tattile.(appronfodisci qui questo interessante tema)

Per ottenere la distensione completa del corpo nell’acqua, il Metodo Giletto ha saputo delineare gli esercizi da svolgere con il bambino, sfruttando la stimolazione sensoriale, ad esempio:

 

  • Stimolazione del riflesso oculo-giro: la mamma è posta dietro di lui, gli mostra un oggetto colorato, in alto al di sopra della testa, che il bambino andrà a seguire con lo sguardo, fino ad estendere il capo e a sollevare di conseguenza il baricentro

 

  • Stimolazione uditiva: basterà battere le mani (stimolazione uditiva) ponendosi sempre dietro al suo campo uditivo per ottenere la stessa distensione del corpo 

 

Così facendo, proponendo, attraverso le fasi del Metodo, questi e molti altri esercizi specifici, si arriva, dalla stimolazione di un riflesso, all’autonomia motoria anche in acqua profonda e senza galleggianti di alcun tipo.